Cellulari sempre più potenti, promettono di rivoluzionare la fotografia; ma basta questo per far nascere veri fotografi?
Miliardi di immagini che perfino il Piano Strategico di Sviluppo della Fotografia in Italia, appena elaborato, indica, ed io condivido pienamente, come prova di un decadimento della qualità, una minaccia, una sciagura per la cultura visuale: la cui proliferazione, dice testualmente: “usura la dignità della fotografia, la rende indifferente nella sua banalità quotidiana, appiattisce la capacità di giudizio e di interpretazione”, insomma un’epidemia da cui difendere la fotografia vera.
Quindi, a fronte di questo disastro, sento la necessità di mettere a disposizione la mia esperienza e competenza di maestro fotografo e docente, per tentare di insegnare come e perché portare all’occhio una macchina fotografica o un cellulare; riflettere e parlare di cultura perché non è la macchina fotografica a fare la fotografia, ma ciò che si vuole raccontare, imparare a leggere le immagini aumentando le difese immunitarie critiche dei giovani, e non solo.
Gran parte delle discussioni sui social e nei forum fotografici si incentrano su quale macchina fotografica sia migliore, su quale obiettivo sia più nitido e se è meglio una reflex o una mirrorless.
Quasi mai si parla di contenuti, temi, progetti e su quale sia il modo migliore per raccontarli fotograficamente.
Fotografare è diverso dall’usare il mezzo fotografico per scattare fotografie.
Un giornalista è tale perché scrive delle storie e non perché sa usare il computer, la macchina da scrivere o la penna.
Così anche per il fotografo non conta sapere usare lo strumento tecnico perché oggi chiunque lo sa e può fare.
Una bella foto può essere come una rondine che non fa primavera, ed essere fine a se stessa.
È il racconto d’autore a fare veramente la differenza.
Sviluppare un proprio linguaggio, un proprio stile, sarà ciò che ti distinguerà dai milioni di fotografi esistenti.
Imparare la pazienza per ricercare la giusta foto e la giusta inquadratura perchè l’apparecchio possa restituire ciò che l’occhio e la mente hanno visto.
La fotografia piace a tutti perché è il mezzo per comunicare con facilità, persino più semplice del parlare o scrivere.
Adesso tutti quelli che vogliono fare gli artisti e non sanno far niente fanno i fotografi; ma senza talento, nemmeno il fotografo sarà un artista.
Per saper comunicare con la fotografia bisogna crearsi una cultura fotografica e generale più vasta possibile.
Se si vuole eccellere in un’arte specifica, è indispensabile sviluppare una sensibilità artistica a 360° e una cultura sconfinata.
Ansel Adams affermava che “non fai una fotografia solo con la macchina fotografica. Tu metti nella fotografia tutte le immagini che hai visto, i libri che hai letto, la musica che hai sentito e le persone che hai amato”. Questo è esattamente il mio insegnamento.
Conoscere l’arte nella sua totalità e, in generale, avere una grande cultura, fornisce molti più mezzi per capire il mondo che ci circonda, e quindi per fotografarlo nel migliore dei modi.
Ma esprimersi con la fotografia non basta per essere un bravo fotografo, bisogna essere bravi autori, saper usare la fotografia per raccontare quello che si vede e si sente, non quello che si guarda, rendendo visibile l’invisibile.
Fotografo dal 1977, diplomato in Architettura al liceo Artistico, dalla nascita di internet, Web Artista digitale 2.0, Docente cultore della materia di Fotografia digitale, Storia e Lettura del Linguaggio Fotografico all’Accademia di Belle Arti (Roma e Aleppo), responsabile nazionale dei Fotografi dell’UGL Creativi, con i miei blog e i social network Twitter – Facebook – Google + – Pinterest – Instagram.
Io ho conosciuto e lavorato con la tipografia, la grafica, conosco bene l’applicazione dell’immagine sui mezzi, la stampa. Ho acquisito la capacità di leggere ed interpretare dell’immagine; mi interesso di arte, acquisto libri e visito mostre dei maestri della fotografia ma anche di arte antica, moderna e contemporanea.
Dobbiamo renderci conto dell’importanza della Fotografia che ci permette di conoscere il 90% del mondo.
Infatti, noi non conosciamo l’intera realtà, ma conosciamo l’immagine che la rappresenta; la fotografia è diventata più reale del reale.
Ma quel che è pericoloso, il fotografo al pari dello scrittore, è in grado di imporre la fotografia, il suo punto di vista, anche subdolamente, in quanto noi non conosciamo il mondo, ma la sua fotografia che da sola è in grado di creare ed alimentare la nostra fantasia e l’immaginario collettivo e l’opinione pubblica, rimanendo dentro ognuno, agendo dapprima al livello più o meno cosciente e in secondo luogo rimanendo nel subconscio.
Meglio di mille parole, o in mano a fotografi privi di scrupoli, a rischio di imbroglio del pubblico, ignaro e/o distratto, in maniera diffusa e virale con la creazione di fake pictures.